«Una bella principessa azteca fu lasciata di guardia al tesoro del suo sposo, partito per la guerra. Un giorno venne assalita dai nemici che volevano costringerla a rivelare dove fosse il tesoro. La principessa preferì morire piuttosto che rivelare il segreto. La leggenda narra che dal suo sangue nacque una pianta con i semi amari come le sue sofferenze, forti come la sua virtù e rossi come il suo sangue. Era la pianta del cacao»
Furono in realtà i Maya ad utilizzare per primi la pianta del cacao. Preparavano una bevanda chiamata “Xocolatl” mescolando acqua e spezie alla polvere ricavata pestando i semi di cacao tostati.
Viene scoperto tra il 1540 ed il 1550. Girolamo Benzoni fu il primo ad assaggiarlo e lo giudicò: “più cibo da porci che da uomini”, ma successivamente il fiorentino Francesco Carletti nei primi del ‘600 spezzando il monopolio spagnolo comincia ad importare il cacao in Italia.
La storia dice che il primo sacco di cacao arrivò in Spagna nel 1585.
Il Cacao è sottoposto ad una lunga catena produttiva che si estende dal piccolo proprietario terriero, spesso in remote, arretrate tecnologicamente regioni tropicali sino alle fabbriche e ai consumatori in Paesi ad elevato sviluppo industriale. Come ogni raccolto, è suscettibile ai cambiamenti climatici, alla peste e alle malattie, e ai fattori sociali ed economici. L’approvvigionamento di cacao è continuato a crescere tra gli anni ’80 e ’90 nonostante i bassi prezzi del mercato mondiale.
Nello stesso tempo la domanda di cacao si è assestata con l’offerta ed è aumentata saldamente. Il prezzo del cacao è determinato nei mercati aperti di New York e Londra basandosi su la domanda e l’offerta (Fig. 1).
Il Cacao (Teobroma cacao) (Fig 2) è stato coltivato sino agli anni 600 a.C. nell’America del sud ed in America Centrale dai Maya e dagli Aztechi e durante i secoli sedicesimo e diciassettesimo fu esportato in Asia. In questi primi periodi si trattava di una qualità di cacao chiamata Criollo.
La qualità più conosciuta è però il Forastero e nel diciottesimo secolo fu introdotta in Brasile una sua varietà chiamata Amelonado a causa del suo colore. Nel diciannovesimo secolo l'Amelonado fu esportato nell'ovest dell'Africa dove si adattò
molto bene al tipo di coltivazione del luogo.